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Orange flower water crostata

This is the cake that I made for Eli’s birthday today!!! I had made a similar version at another dinner, and, although the filling was not the same, in reality what you taste is the orange flower water, that’s why I called it this way. We had also a little discussion on how to translate crostata and could not come up with a good word. I do not think that ‘tart’ is exactly the same, and, although ‘pasta frolla’ is similar to the dough that you make for pies, it is not the same and a crostata is not a pie. Also wikipedia does not translate crostata, so crostata it is!

First, we have to make pasta frolla, the dough. I am using the version of gennarino.org.  The thing about pasta frolla is that everything needs to be very cold and you need to work it as little as possible.

So you take 240gr of flower, 80gr of powder sugar and half a packet (8gr) of baking powder, you mix them together and, if you feel like it, you sift everything. At this point, you take 160gr of butter straigth out of the fridge and you cut it in little cubes on the flower mix. Use your fingers to mix it with the flower making a heap of crumbles. Add 2 yolks and one table spoon of orange flower water and mix first with a fork and at the end with your hands, until you have a uniform ball of dough. The least you work on it with your hands, the better! Put the ball in a close container or wrap it in cling-film and put it in the fridge for at least 1/2 hour, a hour is better.

While the dough is resting in the fridge, we can prepare the crema pasticcera, which is an easier version of custard cream. Warm 250ml of milk with one teaspoon of orange flower water. In another pot, mix two yolks, 60gr of sugar, 20gr of corn starch, mix well so that the mixture is smooth. Add the warm milk little by little until everything is mixed together and put on medium heat. As the mixture comes to the boil, it will thicken. Cook for another few minutes, mixing well so that it does not burn on the bottom of the pot and it remains smooth. Don’t worry if it looks lumpy, just mix faster. Put the crema aside.

Prepare a 26cm pan (it can be a low one, this cake does not rise much) by rubbing the inside of the pan with butter, adding a tablespoon of flour and shaking it around to lightly coat the inside.

When the time is up, take out the pasta frolla from the fridge and put some 1/5 of it aside. Don’t forget to put the oven on at 180 degrees. Roll the rest of the dough out on a lightly floured surface and transfer to the pan helping yourself by wrapping the dough around the roll. Now, with pasta frolla this is very difficult to do, so don’t dispare. In fact, what I usually end up having is a patchwork of PIECES of pasta frolla in the pan, but that’s ok because you can gently press on the dough in the pan with the palm of your hand, and it will be all right. Make the border uniform and a bit thick.

At this point you can take the crema pasticcera and spread it on the cake. Then, you can take some jam or marmelade and spread a think layer on top of the crema. Finally, take the 1/5 of dough that you had left aside, roll it out, and cut strips of dough to arrage them in crossing squares on the cake. Bake at 180 for 45 minutes or so and enjoy cold!

Crostata al profumo di acqua di fiori d’arancio

You can find the English version of the recipe here!

Questa e’ la crostata che ho fatto per il compleanno di Eli oggi!!! Ne avevo gia’ fatta una simile una volta per una serata cinema a casa di Andrea ed era piaciuta molto. Vedo che il profumo dell’acqua di fiori d’arancio diventa dominante anche con una marmellata diversa e con la crema, quindi e’ cosi’ che si chiamera’.

Praticamente ho fatto la solita pasta frolla usando la ricetta di gennarino.org, ma ho aggiunto mezza bustina di lievito e un cucchiaio di acqua di fiori d’arancio alla pasta. Ho poi fatto una crema pasticciera con due tuorli e 250ml di latte e un altro cucchiaino di acqua di fiori d’arancio, che ho spalmato sulla torta e ricoperta di uno strato di gelatina di mandarini e melograno che avevo fatto a dicembre dalla ricetta trovata sul mitico blog di briggis. Credo che, piu’ o meno, qualunque confettura o marmellata vada bene, il gusto non cambia cosi’ profondamente. Ho messo tutto in forno a 180 gradi per tre quarti d’ora, era appena un po’ troppo (eravamo andati a portare fuori Laki!), ma non ci sarebbe voluto molto di meno.

Risolatte di Jaya

Questa e’ una ricetta di Jaya. L’ho cambiata un po’, soprattutto mettendo molto piu’ latte e acqua di fiori d’arancio. L’ho portata l’altra sera alla cena post-pomeriggio-a-fare-le-pastiere e mi sembra che sia piaciuta molto, tranne all’Uomo Perlana per cui era troppo speziata, ma a questo si puo’ facilmente rimediare mettendo meno cardamomo.

Prendere 1/3 di tazza di riso di buona qualità, preferibilmente basmati. La farina di riso puo’ anche andare bene, ma non saprei dare le proporzioni, io ho usato il riso basmati e siccome non avevo i misurini ho fatto 100cl di riso.

Riempire il resto della tazza con acqua e lasciare ammollo per due ore. Buttare via la maggior parte dell’acqua e passare un giro al mixer. Se necessario aggiungere un po’ d’acqua e ripassare al mixer fino a che e’ una crema densa ma fine.

Aggiungere 3 tazze di latte (io ho aggiunto 300cl e adesso mi rendo conto, naturalmente, che ne avrei dovuto aggiungere 600!!! ti credo che mi e’ venuto una mappazza dopo mezzo minuto che era sul fuoco!!!) e mettere sul fuoco, io ho messo medio, e cucinare mescolando in continuazione senno’ si attacca. Ci vorranno un 20 minuti e il composto diventera’ bello denso.

A questo punto aggiungere: 1/3 di tazza di zucchero (io ho messo 100cl), 3 o 4 semi di cardamomo, sbucciati e tritati grossolanamente (io ne ho messi 4), se piace e se c’è, ½ cucchiaino di acqua di rose (io ne ho messa due cucchiai abbondanti), quasi un cucchiaio di pistacchi tritati grossolanamente, quasi un cucchiaio di mandorle tritate grossolanamente (io ne ho messi un pugnetto e mezzo per uno, e li avevo fatti tostare un po’ in padella, ne ho aggiunti 3/4; nessuno si e’ lamentato, ma forse erano un po’ troppi). Distribuire nelle coppette e spolverizzare il resto dei pistacchi e delle mandorle per decorazione e lasciar riposare per almeno 15 minuti, io poi l’ho messo in frigo.

Ciambellone bianco e nero di pan di spagna lievitato

Dopo l’ennesimo “sacrificio” di Brenda nel tentativo di “beccare” le giuste proporzioni e la corretta preparazione  del cosiddetto “ciambellone di casa di nonna Pag… (i puntini sono per conservare un minimo di anonimato)”, mi sono cimentato anch’io nella creazione del “Ciambellone bianco e nero di pan di spagna lievitato di Gio e dell’uomo perlana“. A proposito, dettaglio non da poco, questo e` un ciambellone “verace”, di quelli con il buco al centro. 😉

Gli ingredienti, le proporzioni e la preparazione sono identiche a quelle del pan di spagna, con l’aggiunta di una bustina di lievito per dolci con la farina e la fecola, e 2 cucchiai di cacao in polvere aggiunto a pioggia in un quinto circa del composto giusto prima di versarlo nel ruoto.

Domani l’assaggiamo e commenteremo.

Panna cotta

Ho seguito la ricetta di giallozafferano.it.

Io avevo un barattolino di panna da 200gr, facciamo che siano 200ml, quindi, mutata mutandis, 2 fogli di gelatina, 1/3 di baccello di vaniglia, 60gr di zucchero. Zucchero carammellato sul fondo: a detta di mami avrei dovuto usare: 3 cucchiai di zucchero, 2 di acqua, 1 di aceto, ma non avevo l’aceto. Ho messo solo l’acqua e tanto valeva che mettessi solo lo zucchero. Sono venute due formine di panna cotta e mezza, miseriaccia. Domani vediamo com’e’  venuta.

REPORT
E’ venuta tostissima quasi gommosa e, come diceva Walter Matthau in ‘E’ ricca, la sposo, l’ammazzo”: … I can feel my teeth rotting away from an excess of sugar that no amount of toothpaste can dislodge … (ho trovato solo la citazione in inglese, Corrado, aiuto!!!). PERO’ il caramello e’ diventato un buonissimo sughetto, come doveva. Quindi, secondo me, la prossima volta: meta’ gelatina, meta’ zucchero e comunque provare a fare il caramello con l’aceto.

REPORT 12.10
Ultimamente avevo provato a rifarla, ed e’ andato tutto un po’ strano.

Provando a usare molta meno colla di pesce, come suggerito sopra, la panna cotta non si e’ per niente rappresa. Tristezza. L’ho recuperata mettendo tutto in frezeer e piu’ tardi, riscaldandola a bagno maria e aggiungendo altra colla di pesce. A questo punto, non ho piu’ idea di quanta colla di pesce ho messo, ne’ quanta ce ne vorrebbe. Per di piu’, ripensandoci, avevo messo a rinvenire la colla di pesce in acqua tiepida e secondo me ne ho persa un bel po’.

Avevo fatto il caramello con l’acqua e l’aceto, ma forse ne era venuto un po’ poco. Quando ho dovuto riscaldare la panna cotta surgelata, sono riuscita a grattare via quasi tutto il caramello. L’ho rifatto mettendo il doppio dello zucchero, ma solo 3 cucchiai di acqua e solo 1 di aceto, cosi’ si e’ fatto un po’ piu’ velocemente. Forse ne e’ venuto un po’ troppo. Ma la cosa buona e’ che, siccome non ero riuscita a grattare via proprio tutto il caramello vecchio, la panna cotta e’ venuta che sapeva gia’ un po’ di caramello. Ora, l’Uomo Perlana miagolava che non si sentiva abbastanza la panna, ma diciamo non tutto, una meta’ dello zucchero si potrebbe aggiungere alla panna gia’ caramellato, da riprovare.